La nostra storia

Nata nel 1966, la GROF è la prima squadra femminile nata nella zona.
Nata da un atto di accoglienza e di solidarietà ispira ancora oggi valori di amicizia e di condivisione.

di Franca Oldani

“Sem semper chi”

1964, fine novembre….

Al nostro distributore di benzina, verso le sette di sera arriva un auto. Scende un uomo che si rivolge a mio padre dicendo “avrei bisogno di cinquemila lire di benzina, ma le dico subito che non ho in tasca una lira. Qui c’è mia moglie che tra qualche settimana dovrà partorire, fa freddo e questa notte vorrei accendere il riscaldamento dell’auto per tenerla al caldo…”

Mio padre lo guarda, e poi guarda dentro l’auto. “Va bene giovanotto io cinquemila lire di benzina te li do, ma ora posteggia e fammi parlare con tua moglie”.

Quindi entra in casa e subito chiede cosa ci fosse per cena: minestrone, un po’ di prosciutto, del formaggio, delle uova. Ha portato in casa i due che hanno mangiato con noi, dopodiché mentre loro parlavano con la mamma, siamo andati di sopra al terzo piano dove c’era un letto e dei materassi. Abbiam preso lenzuola, coperte di lana, acceso una stufetta a metano, gli avremmo dato la possibilità di dormire al caldo…

te lo vedi adesso fare questo con degli sconosciuti?

Mio papà lo aveva accompagnato su con la moglie dicendo che l’indomani avrebbe portato delle sedie, un fornello e l’occorrente per cucinare. Lui ci aveva ricordato ancora una volta di non avere soldi, mentre mio padre su questo lo tranquillizzava.

Era un geometra, si chiamava Roberto, purtroppo non ricordo il cognome, la sua impresa era fallita. Mio padre il giorno seguente andò a parlare col Vittorio Gualdoni “ul pulirò” il quale aveva bisogno per la sua impresa edile un manovale, lavoro che subito accettò di buon grado benché geometra. Il 20 di dicembre la moglie partorì in casa Diego, un bel bambino.

Voleva sdebitarsi con noi: “vedo Franca sempre presa con molte attività. Io sono stato un giocatore di pallacanestro di serie A. Se ci sono delle sue amiche che vogliono imparare insegnerò loro questo sport“. Risposero all’appello 22 ragazze. Stava nascendo così una squadra di basket femminile, che purtroppo durò poco. Un amico di mio padre Manlio Gasparini che lavorava all’impresa Battaglia di Miano, appena la sua ditta ebbe bisogno di un geometra lo fece assumere nominandolo capocantiere per la costruzione di un edificio fuori regione. Così la squadra nata da poco restò priva dell’allenatore.

Non mi diedi per vinta. Parlai con Mario Miriani (Mariu Pisott): “se te vor mi a podi seguit, ma durnà a palavolo perchè a palacanestro sun bun da fa nagott” fu la sua risposta e fu così che dal basket passammo a questo sport. Allora in zona non c’era nessuna squadra di pallavolo femminile. In sette, l’Agnese e la Benedetta Riva, la Rosanna Villa, l’Angela Idrini, la Giovanna Garavaglia di Inveruno, la Velia Michelon, e la Pina Cucchetti anche lei di Inveruno, fondammo la GROF (Gruppo ricreativo oratorio femminile).

Quel giorno del ’66 tornai a casa entusiasta trovando mio padre intento a parlare l’ispettore commerciale della BP che incuriosito della mia eccitazione mi chiese cosa era successo. Gli raccontai della nostra società di pallavolo che però… non aveva nulla in dotazione…

Evidentemente fu colpito dal mio entusiasmo…. Allora a chi acquistava l’antigelo BP veniva data in omaggio una maglietta gialla. Me ne diede venti e sapendo che mia madre era un’abile sarta mi procurò anche della stoffa verde da cui ricavammo i pantaloncini.. Per inciso, giallo e verde erano e sono tutt’ora i colori delle BP. Col panno lenci verde comperato al mercato ricavammo i numeri delle magliette

A ruota arrivarono le tute. Il comune, allora aveva una commissione sportiva, il presidente era Parodi del CONI a cui io facevo da segretaria. A Cuggiono allora si stava costruendo la piscina olimpionica. Sapendo che la nostra squadra aveva non poche difficoltà (le abbiamo anche adesso a dire il vero) mi ha fatto avere trenta tute della Diana Sport, le tute che portavano le ragazze della nazionale di nuoto, erano verdi quindi perfette per noi.

Così cominciò la nostra avventura, con pochi mezzi ma tanto entusiasmo da parte di tutte noi. Per due volte negli anni seguenti riuscimmo persino a arrivare in serie D.

Sapete quante ragazze sono passate nella GROF? Sei anni fa l’ho chiesto alla federazione. Un funzionario osservando meravigliato la matricola della squadra che attestava la sua data di nascita mi mandò il risultato che sorprese anche me. Le tesserate ufficiali, risultavano 926! Considerando quelle di adesso abbiamo abbondantemente superato il migliaio di iscritte, solo contando le ragazze tesserate
ufficialmente. Va detto che negli anni sessanta, a differenza dei ragazzi, le ragazze non avevano la possibilità di praticare uno sport. La GROF fu il fatto nuovo in zona e infatti molti ragazzi apprezzarono la novità… Ci seguivano, facevano un tifo da stadio, su un lenzuolo avevano scritto a caratteri cubitali “sem semper chi”, urlavano tutto il tempo per incitarle … La seconda volta che siamo arrivate in D, ci siamo arrivate alla grande, già promosse a tre giornate dalla chiusura del campionato… era il 93 se ricordo bene…

Oggi abbiamo una squadra under 12, under 14, under 18 femminile, maschile, e mista e inoltre il mini volley. Riusciamo ad avere sempre ottimi risultati nei gironi provinciali…anche se le difficoltà non mancano… Se nel passato era facile avere qualche sponsor che ti procurasse la divisa, oggi non è più così, ci sono i rimborsi spese agli allenatori peraltro volontari, il costo della palestra un tempo gratis… Ma noi andiamo avanti con lo spirito e le motivazioni di sempre… a molum no, sem semper chi!

“tratto da “La Città Possibile” – numero 28 – NUOVA SERIE – Autunno 2016″